ECONOMIA



 Introduzione del Vietnam

Il Vietnam è uno stato socialista con socialismo di mercato, situata nella parte orientale del continente asiatico. Il Vietnam ha ottenuto l'indipendenza dalla Francia, il 2 settembre 1945. Il Vietnam è anche conosciuto per aver sconfitto duramente gli americani nella guerra del Vietnam con strategie di guerriglia.



Economia del Vietnam

L’economia del Vietnam è improntata alla crescita da oltre un decennio e in maniera continua.

 

In realtà il cambio di marcia dell’economia del Vietnam viene fatto risalire al 1986, anno in cui l’allora governo dà vita a quella che viene chiamata Doi Moi cioè una politica economica basata sull’apertura internazionale. E, sempre con le dovute cautele con cui si devono leggere i dati statistici, da allora al 2014 il reddito pro capite vietnamita è passato da 100 a 1700 dollari. Una crescita che, seppure non strabiliante rispetto a quella di altri paesi ha cominciato ad attirare sul paese gli occhi di molte imprese e multinazionali estere che hanno deciso di investire in questo meraviglioso e difficile paese. Alcuni dati parlano di un tasso di povertà che, dal 1990 a oggi ha visto 19passare la percentuale da un drammatico 60% ad un incredibile 3%.

L’export
È sicuramente l’export uno dei fattori trainanti dell’economia del Vietnam e della sua crescita. Ed è un export fatto soprattutto da aziende estere che hanno deciso di avere una sede in Vietnam. Tra i colossi presenti nel paese ci sono Samsung ed LG. E se, per ora, queste imprese sono attirate qui dal basso costo del lavoro.

 

Chi fa lavorare un bambino gli uccide l'infanzia –

Sfruttamento Minorile in Asia

Il lavoro minorile fa parte del circolo vizioso della povertà, il figlio di colui che è stato costretto a lavorare durante la propria infanzia sarà a sua volta un bambino sfruttato e obbligato a lavorare poiché un bambino che lavora non ha la possibilità di investire nello studio e nella sua qualificazione professionale. Dando così vita a un ciclo senza fine.

Spesso i genitori ritengono che ciò che i loro figli potrebbero imparare a scuola sia inutile a causa della loro ignoranza.
Molte nazioni in via di sviluppo stimolano il lavoro minorile creando una popolazione di lavoratori ignoranti, macchine di lavoro privi di istruzione e facili da governare.

Viviamo in un mondo dove molto spesso manca l’empatia fra le persone, nulla ci sfiora finché non ci tocca in prima persona. Per questo è importante andare oltre, viaggiare in alto, oltre i nostri limiti mentali e geografici. Ognuno di noi è capace di cambiare nel suo piccolo questo sistema malato, evitando marche e prodotti che favoriscono e arricchiscono questo sistema.

 

In diversi paesi dell’Africa Subsahariana e dell’Asia i padroni di diverse fabbriche preferiscono assumere bambini perché costano meno e perché non sono in grado di opporre resistenza, sfruttando le loro debolezze fisiche.




Il cambiamento e il futuro sta anche nelle nostre mani.

 

Il settore tessile di Cina, India, Bangladesh e Vietnam continua ad essere nella lista nera per lo sfruttamento dei minori. Sono in tutto 25 i Paesi che violano gli standard internazionali previsti per i lavori nel settore tessile e dell’abbigliamento. La raccolta di cotone, la tessitura e il confezionamento di capi di abbigliamento sono le attività che maggiormente violano la norma internazionale in materia di diritti dei lavoratori, che vieta il lavoro minorile e il lavoro forzato. E’ quanto cita un rapporto diffuso dal Dipartimento del Lavoro del Governo degli Stati Uniti, Findings on the Worst Forms of Child Labor. La Cina continua a sfruttare minorenni per le industrie di cotone e tessili, oltre a mantenere pratiche di lavoro forzato nella produzione di scarpe e abbigliamento. 
L’India continua a reclutare lavoro minorile in settori quali calzature, abbigliamento, pelletteria e tessuti di seta. Il Bangladesh si avvale dei bambini per calzature, pelle e tessuti, mentre il Vietnam continua a sfruttarli per realizzare vestiti. Tra questi settori quello del cotone è quello che impiega maggiore mano d’opera infantile. 



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